Governo e Parlamento accelerano sui rimborsi alle vittime del salva banche

Fonte: Huffingtonpost.it 

Governo e Parlamento accelerano sui rimborsi alle “vittime del salva banche” e sulla commissione d’inchiesta. La parola d’ordine, soprattutto in casa Pd, è provare a mettere il turbo ed evitare passi falsi. Per dare una risposta a quegli obbligazionisti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti che hanno perso i propri risparmi e per evitare che la vicenda diventi, ancora di più, un boomerang mediatico ed elettorale.

L’accelerata è su due fronti. Dal lato governativo, entro fine mese dovrebbero arrivare un decreto Economia-Giustizia sui requisiti e le condizioni giuridiche per chiedere i rimborsi dei risparmi persi, e un decreto del presidente del Consiglio con i dettagli operativi e la gestione dell’arbitrato. Ad annunciare l’imminenza dei provvedimenti è stato oggi il presidente dell’Anac Raffaele Cantone dopo una riunione a palazzo Chigi. Proprio all’Autorità anticorruzione, e in particolare alla sua camera arbitrale, sarà affidato il ruolo di arbitro per decidere chi avrà diritto ad avere i rimborsi dei risparmi andati in fumo con il salva banche. Due saranno i criteri che guideranno gli arbitri nelle loro decisioni: il primo sarà il peso delle perdite sul capitale posseduto. Avrà quindi più possibilità di essere risarcito, ad esempio, il pensionato che aveva un capitale totale di 50mila euro e ne ha persi 49mila in obbligazioni. Il tutto sempre tenendo conto che il fondo ad hoc creato per i riborsi ha una dotazione totale di 100 milioni di euro. Il secondo criterio che dovrebbe essere stabilito per i rimborsi sarà quello dell’accertato dolo o mancata informazione da parte delle banche sulla pericolosità degli strumenti finanziari venduti, ovvero le obbligazioni subordinate.

Se da parte sua il governo punta a varare i due decreti operativi per i rimborsi ben prima della scadenza prevista, ovvero marzo, dall’altra parte anche il Parlamento tenta l’accelerata. Allo stato attuale sono in tutto dieci le proposte di legge depositate nei due rami del Parlamento che chiedono, a vario titolo, l’istituzione di una commissione d’inchiesta bicamerale sulle banche, in particolare sulla vicenda che ha poi portato al salvataggio dei quattro istituti nel novembre scorso. A presentarle sono stati il Pd, Scelta civica, Forza Italia, Lega, SI-Sel, Autonomie e i senatori fittiani. Secondo quanto si apprende è in corso una discussione in Parlamento volta a trovare un modo per evitare che le troppe proposte finiscano con il bloccare sul nascere la commissione d’inchiesta. L’idea sarebbe quindi quella di affidare al Senato l’inizio dell’iter sulle proposte di legge. Senato dove è depositato l’unico ddl in materia firmato Pd, quello del renziano Andrea Marcucci.

Lo schema quindi dovrebbe prevedere l’inizio dell’esame del provvedimento a palazzo Madama (domani un ufficio di presidenza della commissione Finanze ne dovrebbe decretare l’avvio) e poi il passaggio alla Camera in tempo per l’approvazione in primavera. Tanto è vero che la capigruppo della Camera ha già calendarizzato l’esame per l’aula nel mese di marzo.

Nel frattempo a Montecitorio la commissione Finanze dovrebbe far partire nelle prossime settimane una indagine conoscitiva sul rapporto tra intermediari finanziari e creditizi e la clientela. Un ciclo fitto di audizioni proiettate sul futuro e sulle possibili soluzioni volte a una maggiore trasparenza da parte delle banche nella vendita di strumenti finanziari a rischio, come sono le obbligazioni subordinate. Al termine dell’indagine conoscitiva dovrebbe essere prodotta una risoluzione. Tra le proposte ci potrebbe essere una strategia nazionale per l’educazione finanziaria ma anche la possibilità di proibire la vendita di strumenti finanziari troppo rischiosi alla cosiddetta clientela retail, ovvero al piccolo risparmiatore.

Da parte loro i deputati del Movimento 5 stelle hanno anche chiesto che siano ascoltati in commissione Finanze alla Camera sull’argomento le “vittime del salva-banche”, il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, Salvatore Maccarone, e i comitati delle vittime del crac Deiulemar

Fonte: Huffingtonpost.it 

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