Roma, 27 aprile 2016 – Il Centro Studi di Assobond sta valutando le indiscrezioni circolate sugli organi d’informazione relativamente ai criteri che il governo starebbe adottando per regolare l’accesso ai rimborsi che saranno erogati dal Fondo di solidarietà a favore degli obbligazionisti ed azionisti coinvolti nel crack di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti.
Stando alle ultime notizie di stampa, il governo avrebbe previsto una forma di ristoro “automatico” a favore dei detentori di bond senior acquistati entro l’estate del 2013. Il primo limite è, quindi, costituito da una data orientativa (agosto 2013) la quale è del tutto arbitraria ed è stata giustificata dal fatto che nell’agosto del 2013 vi fu l’adozione della direttiva europea relativa al c.d. “burden sharing” che sancì la fine del salvataggio pubblico delle banche a scapito di azionisti ed obbligazionisti. In tale ottica occorre sottolineare che ben il 70% dei risparmiatori coinvolti ha acquistato precedentemente i bond senior. Tuttavia, da tale meccanismo rimarrebbero esclusi sia il restante 30%, sia gli obbligazionisti subordinati.
Inoltre occorre sottolineare i rigidissimi criteri d’accesso: sembra che il governo si stia orientando ad escludere dal meccanismo chiunque abbia un Isee oltre i 21.000 euro ed un capitale investito superiore ai 20.000 euro, il che andrebbe a restringere considerevolmente il numero di coloro che potranno realmente beneficiare di un rimborso integrale, automatico e veloce. Per tutti gli altri la strada sarebbe assolutamente incerta e , di fatto, subordinata all’arbitrato dell’ANAC di Cantone, ove dovrà essere dimostrata la “non adeguata informazione” resa dalla Banca al Cliente, oltre al dover rinunciare, con ogni probabilità, alla possibilità di agire per le vie giudiziali ordinarie.
Tuttavia vi sono anche delle buone notizie: la Corte Suprema di Cassazione, nelle ultime pronunce del 2016 (ci si riferisce alle recentissime sentenze nn. 5919 del 24 marzo 2016 e 7068 dell’11 aprile 2016) sta applicando criteri favorevoli ai clienti degli istituti di credito nel caso in cui si intendesse far valere la nullità del contratto di negoziazione sulla base del quale sono stati posti in essere gli investimenti. Ciò sarà certamente utilissimo ai risparmiatori coinvolti dal decreto salva banche che hanno acquistato i titoli attraverso un diverso intermediario bancario non coinvolto direttamente nella vicenda.
Un piccolo spiraglio di luce che rafforza le buone ragioni dei risparmiatori esclusi dall’automatismo del rimborso e che non vogliono rischiare di percorrere l’incerta strada dell’arbitrato. Ad oggi, circa 300 cittadini coinvolti nel crack del decreto salvabanche, si sono già rivolti ad Assobond, la quale è a disposizione dei risparmiatori per aiutare concretamente gli stessi ad ottenere il rimborso dell’investimento perduto. Per tale ragione Assobond fornirà assistenza gratuita a tutti coloro i quali chiederanno il suo aiuto, analizzando gratuitamente la posizione individuale ed assistendo gratuitamente ciascun risparmiatore nelle iniziative più opportune.
ASSOBOND è un’associazione di consumatori specializzata nel tutelare, da oltre 15 anni, gli investimenti dei risparmiatori italiani sul mercato finanziario, difendendo i diritti di centinaia di investitori coinvolti nei più importanti default (Cirio, Giacomelli, Parmalat, Argentina, Grecia, Islanda, Lehman Brothers, Bank Of Ireland, SNS REEAL).
Per maggiori informazioni: info@assobond.it sito: www.assobond.it
articolo Repubblica – Salvabanche del 26 aprile 2016